Bitcoin consuma davvero troppa energia? La verità che nessuno ti dice

Ci sarebbe una novità che starebbe spopolando sul web, secondo cui l’uso e il consumo di Bitcoin sarebbe controproducente, in quanto si paleserebbe un consumo, a sua volta, notevole di energia. Insomma, uno sperpero che non avrebbe nulla da guadagnare sul totale degli investimenti che si possono avere con questa moneta virtuale.

Cosa c’è di vero?

Quando la moneta è stata inventata era il 2009, e tutto doveva partire dalla creazione di una valuta libera, decentralizzata e senza banche a dettare legge. Ciò significa che questo era un modo nuovo e sicuro per investire, al fine di ottenere solo guadagni senza sottostare alla direttive delle banche centrali.

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Ma le cose, sebbene hanno mostrato un lato di guadagno assicurato, hanno stravolto le prospettive di partenza, dando modo di far capire che per lavorare sul Bitcoin si richiede un dispendio di energia elettrica non indifferente, perché significa lasciare in funzione i computer per ore e ore. E questo per via del processo di lavorazione di questa moneta virtuale.

Si dice infatti che il Bitcoin viene minato, da alcuni computer potentissimi che si chiamano per questo scopo miner. Ma proprio perché molto potenti, richiedono per questo lavoro specifico di tantissima energia elettrica, al fine di svolgere gli infiniti calcoli che riguardano proprio il Bitcoin. Quindi, sì c’è un clamoroso consumo di energia.

Cosa dicono i numeri

Quando ci si è accorti che per lavorare con il Bitcoin si arrivava davvero a numeri esorbitanti sul consumo dell’energia elettrica, è partito un vero e proprio controllo su queste attività, portando a risultati che chiaramente nessuno si sarebbe aspettato e che oggi raccontano qualcosa di clamoroso a causa dell’impatto ambientale.

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Infatti, è venuto fuori che ogni rete registra un consumo di circa 175 terawattora, praticamente un consumo di energia elettrica come il totale che viene consumato in Paesi interi come la Svezia o addirittura l’Argentina. In pratica, per portare a termine anche solo una transazione si arriva a pareggiare un consumo di 1.200 kWh.

Purtroppo questi numeri denotano che c’è un fortissimo inquinamento associato ai Bitcoin e a tutto quello che questa moneta virtuale è in grado di realizzare al fine di aumentare i guadagni chiaramente di quanti investono con questo nuovo metodo che risulta essere davvero molto ricercato, soprattutto tra i giovani imprenditori in particolare.

Ma attenzione, non tutto è male

Ricordiamo che oggi le soluzioni per poter sfruttare altre fonti di energia, che non siano di origine fossile, ci sono e permettono davvero di guardare in funzione di quello che possa continuare ad essere la forza del guadagno senza incidere negativamente sull’aumento dell’inquinamento. Tutto comunque dipende dall’approccio dei governi.

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Infatti, in molte regioni del mondo, come ad esempio in Islanda o in Canada, i miner lavorano sui Bitcoin usando sempre l’energia, ma che viene fornita prevalentemente da fonti rinnovabili, come è uso seguire e fare in questi Paesi, dove ormai il carbon fossile non viene quasi più adoperato per ottenere energia elettrica.

In questo modo, sfruttando cioè fonti rinnovabili o anche idroelettriche, si può continuare ad investire proficuamente attraverso questo sistema che è quello dei miners senza che ci siano controindicazioni legate a un aumento vertiginoso dell’inquinamento. Quindi, questo sistema funziona e resta un grandissima corsa a livello mondiale, all’interno della quale nessuno vuole restare indietro.

Altre alternative?

Ovviamente, con il tempo e da quel lontano 2009, ormai esistono numerose alternative al Bitcoin: si tratta sempre di monete virtuali, sulle quali investire e da usare a proprio vantaggio. Una di queste ad esempio è l’Ethereum, che abbandonato del tutto il sistema del minato , proprio ancora solo dei Bitcoin, per un sistema decisamente più innovativo.

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Si tratta del proof of stake, dove non ci sono miner, che risolvono complessi problemi matematici, ma ci sono i validatori, che permettono invece di mettere una valuta in stake, bloccandola di fatto in un portafoglio digitale. Il sistema sceglie praticamente a casa e dà più possibilità di guadagno senza consumare alcunché.

Detto questo, il Bitcoin nonostante tutto continua ad essere una delle valute elettroniche più ricercate, che lascia grande entusiasmo in chi ci si approccia per la prima volta e ne trae in breve enormi vantaggi. E’ vero che alcuni miglioramenti, soprattutto in termini di consumo e di inquinamento andrebbero affrontati, ma per tutto c’è un tempo.

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