
Un agricoltore, in India, è riuscito a realizzare ciò che molte persone considerano impossibile. Ovvero coltivare 300 varietà di mango su un solo albero. Come è possibile tutto questo? Con la passione e lo studio della botanica, ma anche con tanta pazienza e le innovazioni che ha portato ha un grande esempio di biodiversità in una sola pianta.
Un sogno diventato realtà: tante specie in una sola pianta
Chi è l’autore della mission impossible? Si tratta di un uomo indiano che viene ormai nominato “mango man”. Il suo nome è Kalayathumkuzhi S. Radhakrishna che vive nello stato dell’Uttar Pradesh, nel distretto di Malihabad. Questo coltivatore ha dedicato oltre 20 anni della sua vita a creare “l’albero dei miracoli”.

Ma qual è il segreto dell’agricoltore di mango? Si concentra nella ricerca dell’innesto perfetto. Si tratta di una pratica antica conosciuta da tutti coloro che coltivano piante. In particolare per quanto riguarda le piante da frutto. Si tratta di una pratica complessa ma che si può imparare con impegno.
Quello che non è semplice è innestare più di una pianta su un’altra specie. Figuriamoci innestarne 300 specie su una sola pianta base. Radhakrishna ha studiato le piante e fatto mille prove prima di raggiungere il suo obiettivo affinando questa arte millenaria che consiste nel prelevare una gemma o un rametto da una pianta e unirla a una pianta madre.
Biodiversità, un esempio impareggiabile in una sola pianta
L’albero dei miracoli che contiene 300 specie di mango, non è solo una curiosità ma anche un vero e proprio patrimonio di biodiversità. Le diverse specie innestate sulla pianta madre rappresentano una grande ricchezza genetica. Anche considerando che tra le diverse varietà ce ne sono alcune in via d’estinzione.

Inoltre, bisogna anche considerare che nelle colture intensive di alberi di mango, non vengono coltivate le specie rare. I coltivatori non lo fanno in quanto devono mantenere una produzione di mango da vendere sul mercato quindi non hanno il tempo ne il guadagno necessario per l’economia dell’azienda agricola.
Alcune delle tipologie innestate sono rarissime, alcune in via d’estinzione e sono state salvate dal coltivatore indiano che ha dedicato la sua vita a questa missione. L’albero è un simbolo di conservazione ambientale oltre a rappresentare un laboratorio vivente e reale per studiosi e appassionati di botanica ma anche per curiosi.
L’albero dei miracoli, meta per turisti e scienziati
Sono molti i visitatori che si stanno recando sul posto per vedere con i propri occhi questa meraviglia della natura. Un lavoro durato 20 anni e che rappresenta anche un grande aiuto per gli esperti di settore e gli scienziati. Soprattutto questi ultimi vogliono capire come sia possibile tutto ciò.

Un’attrazione locale che non smette di stupire, ma anche un oggetto di studio internazionale. Le Università e gli Istituti di ricerca lo considerano un perfetto esempio di innesto multilaterale. Un modo particolare di coltivare diverse specie di una sola pianta da frutto: il mango. L’attrazione, quindi, diventa oggetto di studio.
Una possibilità da prendere in considerazione per ottenere risultati eccellenti anche per altre specie di alberi e piante da frutto. Un metodo che potrebbe replicarsi salvando specie in via di estinzione. Il coltivatore indiano ha deciso di tenere seminari e incontri per diffondere la sua conoscenza a tutto il mondo.
Da albero a leggenda, il mondo si muove per vedere i suoi fiori
L’albero dei miracoli creato da Radhakrishna, oggi è una vera celebrità. Certo non è sui social e non si sente la sua voce, ma è in grado di incantare chiunque abbia la fortuna di vederlo fiorire. Sono molti gli studenti e i turisti che arrivano da tutto il mondo per poter assistere a questo miracolo.

Perché questa pianta senza voce, è in grado di lanciare messaggi importanti di unione e collaborazione. Racconta storie di frutti mai visti che grazie al sogno di un uomo continueranno a esistere. E ogni volta che fiorisce, l’albero dei miracoli, regala uno spettacolo irripetibile. Radhakrishna ha coltivato un’idea che oggi è realtà.
Grazie a lui, oggi è possibile vedere prima fiori e poi frutti diversi su ogni ramo. Ricordiamo che è riuscito a innestare 300 specie differenti su una sola pianta base. Ci sono voluti 20 anni della sua vita ma la passione per la botanica e la natura non è mai venuta meno e i risultati sono arrivati.