
Annaffiare ovvero irrigare con una buona regolarità il prato del proprio giardino, condizione che però non ha una quantità specifica e diretta ma che viene influenzata da così tanti fattori da diventare quasi una “questione complicata” in modo particolare.
Comprendere quanto e quando bisogna innaffiare un prato è però comunque possibile, come vedremo.
L’acqua nel modo giusto
L’acqua è un elemento fondamentale per ogni forma di vita, e le piante anche simbolicamente ne hanno bisogno continuo e costante: impariamo che ogni forma di vegetale, anche quello più “risparmioso” come le piante grasse necessitano comunque di essere bagnate. Nel caso di un prato però bisogna essere particolarmente accorti nel farlo nel modo giusto.

Prima di iniziare ad irrigare sarebbe necessario o quantomeno consigliabile effettuare un test del terreno valutandone la composizione, in quanto la struttura determina molto la frequenza e la durata dell’innaffiatura. Un terreno più sabbioso avrà meno difficoltà a drenare l’acqua in eccesso quindi avrà bisogno di meno liquidi di uno argilloso e più compatto.
Va comunque tenuto a mente un concetto molto semplice ma quasi sottovalutato: ovvero il bagnare spesso ma poco non è mai efficace perchè non conferisce al terreno il tempo e la possibilità conseguente di assimilare l’acqua in modo corretto, rendendo anche vivo il pericolo malattie delle piante.
Meglio quindi sviluppare una irrigazione costante. Ma come?
Ogni quanto irrigare?
Tra le variabili da tenere in mente oltre a quelle legate alla condizione del terreno ed alla sua composizione spicca l’altezza dell’erba, naturalmente più questa sarà alta e folta, più acqua sarà necessaria ma anche più tempo si rende indispensabile per garantire l’assorbimento del contesto umido, dovuto all’irrigazione.

Quale è la frequenza giusta? Dipende anche dalla stagione, mediamente conviene evitare quando possibile irrigare tutti i giorni, salvo nelle giornate estremamente afose. Mediamente in primavera ed estate conviene dare il tempo al terreno di assorbire l’acqua nel modo giusto, lasciando trascorrere almeno 2 giorni ogni irrigazione, se in estate ed almeno 4-5 se nel resto dell’anno, fino ad irrigazioni ancora meno frequenti, una volta ogni 8-10 giorni inverno.
Irrigare non troppo spesso ma con una buona costanza, dimezzando le quantità (come vedremo di seguito) in merito alla presenza più o meno importante di piante, di erba alta ma anche di terreno molto compatto (che trattiene molta più acqua) possiamo garantire una migliore protezione contro gli agenti patogeni e le malattie.
In che periodo della giornata irrigare
Importante la presenza del vento, se ci troviamo in una zona molto ventosa infatti l’apporto di acqua può aumentare anche di 1/4 rispetto ad una zona meno battuta dalle correnti.
Quando non fa troppo caldo quindi per buona parte dell’anno è sufficiente irrigare durante la mattina, abbastanza presto quindi quando il sole è già alto ma non al massimo del suo picco.

In questo modo potremo andare a sviluppare un buon compromesso tra l’evaporazione e la capacità di assorbimento delle piante presenti in questione. La condizione diventa un po’ più complicata durante i mesi più caldi dell’anno proprio a causa delle temperature mediamente molto più elevate, e per le giornate più lunghe.
In questo caso possiamo iniziare ad irrigare nel tardo pomeriggio quindi non lontano tempisticamente dal tramonto: in questo modo anche grazie alle temperature che non calano troppo anche durante di notte, l’evaporazione sarà minore e la pianta potrà recuperare l’umidità persa correttamente durante le ore serali, fino al giorno successivo.
Quanta acqua impiegare?
Importantissimo alla fine comprendere l’ammontare di acqua da immettere nel prato: si tratta infatti di un ambito importantissimo, dal quale si può comprendere mediamente una cifra intesa come litri di acqua per metro quadro di prato, valutando però un po’ tutte le condizioni presenti nei capitoli precedenti, e facendo quindi una media.

In primavera ed in estate un terreno mediamente ha bisogno di almeno 6 fino ad 9 litri di acqua ad ogni innaffiatura, mentre la quantità di acqua può ridursi in modo considerevole se il terreno trattiene molto l’umidità ed è piuttosto brullo, ancora di più se in periodi dell’anno più rigidi, con un apporto per metro quadro tra i 3 ed i 5 litri.
Nella maggior parte dei casi però non esiste un metodo unico e specifico: come abbiamo analizzato nei paragrafi precedenti si tratta di un ambito molto complesso che può essere parzialmente compreso adottando metodi semplici come porre mezza bottiglia di plastica “in piedi” nel prato e controllando quanta acqua il manto erboso avrà trattenuto.